L’opposizione tra armonia e squilibrio nel funzionamento della configurazione psicosomatica caratteristica di ciascun individuo può essere espressa anche nei termini dell’opposizione tra carattere nevrotico e carattere genitale. La spinta a conseguire l’armonia nelle relazioni tra corpo e mente può dunque essere intesa anche come impulso a liberarsi dalla nevrosi ed a conseguire la genitalità.
Vi sono varie forme di carattere nevrotico, ma per Reich esse condividono una matrice comune. Questa è identificabile nella morale sessuale coercitiva diffusa in numerose società e in maniera particolare nel mondo occidentale. La morale sessuale coercitiva impone una dissociazione inconscia tra la mente e il corpo ed impedisce la circolazione organica dell’energia psicosomatica o biopsichica. L’armatura del carattere sviluppata dal nevrotico/dalla nevrotica domina le sue azioni e continua a funzionare anche in assenza delle condizioni esterne che l’hanno definita. E che spesso risalgono al periodo infantile ed all’atteggiamento dei genitori nei riguardi dei bisogni primari del bambino. Accade così che il nevrotico/la nevrotica finisca per scontare a lungo, e qualche volta per tutta la vita, l’autoritarismo, la sessuofobia, la fragilità o l’indifferenza di suo padre o di sua madre.
Da ciò deriva una rigidità di schemi di comportamento che impedisce o riduce la partecipazione interiore sia nella sessualità che nel lavoro. Entrambi divengono meccanici, ripetitivi, insoddisfacenti: il lavoro si trasforma in ‘fatica’, la sessualità diventa ‘scopata’. Da espressione di libertà, di creatività, di piacere, si trasformano in esami da superare, o alla meglio in bandierine da piantare. O in risorse e strumenti di potere da impiegare per finalità esse stesse nevrotiche: per avere più cose, o per dominare su più persone. Non soltanto, ma il successo lavorativo o la felicità sessuale degli altri è malvisto e mal sopportato. Essi vengono vissuti come una provocazione e una minaccia da chi è incapace di raggiungerli, perché è diventato incapace di godere.
L’individuo dotato di un carattere genitale vive secondo principi opposti. Il suo ‘schema di regolazione’ non è una morale sessuale che gli è stata imposta o che è stato costretto ad adottare nell’infanzia. In effetti, non ha neanche uno ‘schema’ di regolazione, perché in lei/lui l’energia biopsichica circola in maniera fluida e libera, adeguandosi alle esigenze o alle intenzioni del momento.
La sua ‘armatura del carattere’ è basata su un’armonia tra mente e corpo, tra psiche e soma, che le/gli consente di sentirsi, e di essere, libero e presente a se stesso in ogni istante. Chi ha un carattere genitale ha una capacità di autoregolazione (che Reich chiamava regolazione sessuoeconomica) che le/gli consente di oscillare in maniera fluida tra il lavoro e la sessualità. Questi ultimi non appaiono antitetici: al contrario, si sostengono a vicenda, fondandosi su una profonda e crescente fiducia in se stessi.
Fondata sull’orgonomia sviluppata da Reich per dissolvere l’armatura del carattere nevrotico e condurre alla genitalità, la psicoterapia corporea è un metodo per riacquistare la fiducia in noi stessi. Essa ci spinge a riappropriarci di una capacità autonoma di regolazione che abbiamo consegnato a un custode, il carattere nevrotico, che in breve tempo è diventato il nostro padrone.