– Intervento di Massimo Recalcati presso il Monastero di Bose il 17 marzo 2013 –
Il desiderio è sempre incarnato. Non c’è desiderio separato dal corpo. In questo senso il desiderio è sempre erotico. Qualunque desiderio è erotico, porta con sè il corpo. Il desiderio non è l’io, è più dalla parte del corpo che dalla parte dell’io. Pensiamo all’arte: quando un musicista suona, uno scrittore scrive, un attore recita, quando c’è vocazione nell’arte, nella musica, nella scrittura, nella recitazione, lì c’è il corpo, il corpo erotico. Il desiderio senza corpo non esiste. Allora, il problema qual è? Noi tendiamo a volte a chiudere il corpo, l’eros del corpo nel rapporto con un oggetto: questo è molto chiaro per esempio se si pensa all’obesità o alla tossicomania, per citare due figure psicopatologiche dove in primo piano c’è il corpo chiuso. Il corpo dell’obeso è chiuso sul cibo, il corpo del tossicomane è chiuso sulla droga. Corpo obeso e corpo tossicomane non a caso sono corpi senza eros, sono corpi disinteressati all’eros, sono corpi non erotici, cioè non aperti; sono corpi otturati dall’oggetto. In questo senso il desiderio è sempre manifestazione del corpo, della dimensione vivente del corpo, ed è sempre apertura del corpo, apertura degli orifizi del corpo.