La crescita terapeutica non progredisce in modo lineare. Ci sono cime e valli nell’esperienza terapeutica: la cima è la conquista di un livello superiore di eccitazione. La persona rompe il guscio protettivo delle sue difese e fa un passo avanti verso un nuovo senso di libertà e di luce. Oppure si può dire che la persona emerge con una maggiore consapevolezza di sé. La nevrosi è un guscio protettivo che protegge ma isola anche l’individuo. I gusci non si eliminano; bisogna romperli, per uscirne fuori come un pulcino appena nato. Analogamente, si devono infrangere le barriere e i limiti che costringono il sé. Un progresso, un passo avanti, può esser fatto nel corso di una seduta terapeutica, oppure grazie a un sogno. È sempre accompagnato da un’intuizione, cioè è come se una luce illuminasse la parte oscura della personalità e splendesse attraverso la breccia aperta nel guscio. La rottura è causata da un aumento della vita nel recipiente, che, incapace di contenere più a lungo l’eccitazione o l’energia, si rompe. In termini più concreti, è l’aumento della sensazione o della carica che provoca la rottura, la quale conduce all’intuizione. Nessuno può prevedere la durata di questo miglioramento: quando all’interno del sé si è sviluppata una forza sufficiente a rompere il recipiente, esso può avvenire spontaneamente.
C’è uno stretta correlazione tra fare dei passi avanti e dei passi indietro. Ho ascoltato molti pazienti esprimere la paura di essere spezzati, se si lasciano andare. in altre parole, fare un passo avanti è rischiare un insuccesso. È come la nascita. quando un bambino sta nascendo, non ha garanzie di venire al mondo con successo. C’è sempre qualche rischio nella vita, ma di solito è minimo. In tutti i casi, c’è un cedimento del controllo che la persona sviluppa come difesa in quelle situazioni infantili in cui l’espressione della sensazione è pericolosa. La facciata che è stata eretta per proteggere l’essere sensibile dell’individuo, crolla. Ma poiché l’Io si identifica con il controllo, con la volontà, con la facciata, la persona vede il cedimento come un pericolo. Nel processo di crescita il serpente perde la pelle, il granchio abbandona il guscio. Noi esseri umani, se vogliamo crescere, dobbiamo uscire dalla vecchia struttura. Durante il periodo di transizione l’organismo è vulnerabile. C’è un rischio. Ma tutti gli organismi accettano vulnerabilità e rischio perché fa parte della natura del processo vitale.
Alexander Lowen